Le case dormienti
Quali gli elementi per facilitare l’emersione del patrimonio immobiliare sottoutilizzato?
La proposta di ricerca “Le case dormienti” si inserisce nella riflessione che guarda ad alcuni dati allarmanti riguardanti l’incidenza del costo della casa rispetto ai budget familiari. Banca d’Italia ha infatti determinato che la sovraesposizione reddituale per la casa – ovverosia spendere più del 30% del proprio reddito per il canone di affitto o il mutuo – riguarda il 10% del totale delle famiglie e ben il 37% di quelle in affitto.
Il mercato abitativo in Trentino è contraddistinto, come nel resto del paese, dalla stragrande prevalenza della proprietà degli immobili (77% circa) in cui si vive rispetto all’affitto, che è relegato a scelta di secondo piano.
Questo fa sì che il mercato degli affitti rimanga sempre residuale e frequentato in gran parte da soggetti fragili, che non hanno sufficienti garanzie per poter accedere al mercato creditizio e potersi dunque comprare una casa.
La fragilità degli inquilini fa sì che spesso il contratto di locazione non vada liscio e ci siano problemi di morosità, con conseguenti disagi da parte dei proprietari che, una volta risolta faticosamente la situazione, tendono a non reimmettere il proprio immobile sul mercato.
Questo circuito porta ad un’ulteriore restringimento del mercato degli affitti, con il risultato di lasciare un impressionante numero di immobili vuoto e sottoutilizzato.
Recenti dati in questo senso parlano di una percentuale di immobili vuoti o non utilizzati che va dal 18% (dato nazionale del Ministero dell’Economia e delle Finanze [Gli immobili in Italia, 2017]) al 27% dato per il Trentino [Atlante Recycle, 2017])
Insomma, un grande patrimonio immobiliare dormiente che per le motivazioni di cui sopra rimane in gran parte sottoutilizzato.
Dall’altra parte abbiamo un panorama delle soluzioni abitative che in Trentino è già piuttosto sviluppato, ancorché poco coordinato. In effetti parecchie risposte abitative, legate soprattutto a determinate fasce sociali, sono venute in essere in modo spontaneo su azione dell’attore pubblico come dell’attore privato. Il problema è spesso la mancanza di conoscenza rispetto a queste soluzioni, con un conseguente disorientamento da parte sia dei potenziali fruitori, sia da parte di chi ha il compito di indirizzare verso soluzioni adeguate.
Tra residenze protette, condomini solidali, co-residenze, residenzialità leggera, cohousing e altre numerose tipologie, spesso è difficile riuscire ad orientarsi e trovare la collocazione migliore per i diversi bisogni abitativi.
Come si può favorire quindi l’emersione e la gestione di questo patrimonio di case on utilizzate? Ecco che nasce il progetto “Le Case Dormienti” finanziato da Patto Casa e realizzato da CBS.
Per un approfondimento del progetto, cliccate qui!