Anche abito quest’anno parteciperà ai lavori di Sharitaly, venite a trovarci! Sharitaly, dal 2013 evento leader in Italia sull’economia della collaborazione, ha l’obiettivo di promuovere il dibattito e lo scambio di pratiche favorendo la contaminazione tra comunità, piattaforme, amministrazioni e aziende.
Amministratori, costruttori e cooperative raccontano come hanno innovato l’abitare attraverso l’inserimento di servizi collaborativi. Mettiamo in luce i benefici per gli abitanti e il quartiere, i punti critici e i suggerimenti per chi desidera implementare tali modelli.
A seguire, partendo dalle buone pratiche, un gruppo di stakeholders già attivi nel campo dell’abitate pubblico e privato, discute le vie di sviluppo e crescita di tali scenari. Insieme, si affrontano i punti di forza, le criticità e anche la diffusione verso altri ambiti.
Moderano: Marta Corubolo e Chiara Gambarana (Housing Lab)
Con: Alessandro Almadori (Ater Umbria), Roberta Conditi (Fondazione Housing Sociale), Giordana Ferri (Fondazione Housing Sociale), Francesco Gabbi (Abito), Federica Verona (CCL), Rossana Zaccaria (Legacoop Abitanti).
E’ Finita l’epoca in cui sulla sharing economy ricadevano le aspettative di ricetta salvifica per l’uscita dalla crisi e le critiche di chi teme i suoi lati “oscuri”, la IV edizione di Sharitaly 2016 vuole fare il punto sulla diffusione e l’impatto dell’economia collaborativa oggi in Italia. Attraverso dibattiti, casi studio e laboratori formativi, ci si interrogherà sulla creazione, distruzione e distribuzione di valore dell’economia collaborativa: distrugge lavoro o crea nuove competenze e professionalità? Sta generando nuove disuguaglianze sociali e territoriali o può produrre nuove forme di welfare comunitario? Disintermedia i mercati o crea nuove forme di intermediazione? Riesce a socializzare l’economia? E’ sostenibile?
Queste domande verranno declinate nei diversi settori in cui l’economia collaborativa in maniera più o meno evidente sta abituandoci a immaginare soluzioni diverse da quelle a cui eravamo fin qui abituati: nell’accoglienza e nella mobilità, regno delle grandi piattaforme internazionali che, pur con tutte le loro contraddizioni, stanno svolgendo una potentissima azione culturale e trasformativa; nella finanza, dal crowdfunding al blockchain; nella scienza dove i cittadini collaborano alla ricerca; nella cultura dove attraverso le relazioni si scoprono nuovi modi di rileggere le opere e condividere passioni; nel lavoro, dove le piattaforme digitali e fisiche (gli spazi di coworking) stanno creando nuove reti professionali; e ancora: nella manifattura, nei processi aziendali (co-creazione, community management, platform design),nelle città (open data). Ogni settore e ogni ambito, con una maturità e pratiche differenti, sta sperimentando il modello collaborativo, che diventa motore di accelerazione e cambiamento anche per i nostri territori. Coworking, incubatori, mercati cittadini che, in tutta Italia si stanno trasformando da spazi a luoghi, piattaforme abilitanti per associazioni, gruppi, cittadini, imprese che lì trovano un luogo dove esprimersi, sperimentare, mostrarsi, riflettere, creando comunità multistakeholder dalle governance allargate.